L’imbroglio referendario

Serve indipendenza energetica
Un referendum per abolire lo tsunami?

di Francesco Nucara

Prima di affrontare l’attualità del referendum sul nucleare è utile fare qualche riferimento storico, che servirà anche agli europeisti parolai che si scordano dell’Euratom.

Il problema dell’utilizzo dell’energia nucleare per usi civili esplode nel momento della crisi di Suez, per cui la dipendenza energetica dai paesi dell’OPEC costringeva uomini come Ugo La Malfa a percorrere strade alternative. Già nel 1957, con la firma dei Trattati di Roma, si diede avvio all’Euratom. Il compito a provvedervi fu affidato al compianto amico Felice Ippolito, scienziato di prim’ordine che portò l’Italia all’avanguardia nella tecnica e nelle tecnologie dei sistemi nucleari per usi civili, attraverso il CNEN di cui fu anima e corpo. Le aziende italiane del settore portarono la loro esperienza in tutto il mondo. E si andò avanti fin quando uno scandalo "pilotato" non costrinse Felice Ippolito ad abbandonare il campo.

Seguì poi lo scellerato referendum del 1987.

In quell’occasione gli unici partiti a schierarsi per il "no" furono il PRI e il PLI. Chi scrive girò per tutto il Mezzogiorno a sostenere le ragioni del Progresso contro l’oscurantismo scientifico. Per la verità i quesiti non dicevano basta con il nucleare e non poteva essere altrimenti, visto che l’Italia era soggetto fondante dell’Euratom.

La decisione fu squisitamente politica, poiché sull’onda emotiva di Chernobyl una classe politica inadeguata a dirigere il Paese ha avuto paura del "gregge elettorale" (Luca Ricolfi).

In tempi recenti, quando finalmente il Governo si accingeva a riprendere la via dell’energia nucleare per usi civili, un altro incidente, sull’onda di una convulsa (benché giustificata, vista la portata dell’evento) emotività dà il via al Contadino di Montenero di Bisaccia per lanciare un altro referendum, che blocchi, con il plauso del "gregge elettorale", un’azione di progresso civile ed economico. Proprio perché bisogna seguire il "gregge", al Contadino si accodano tutti i nuclearisti dell’altro ieri: Bersani – Casini - Fini e, se vogliamo, la paura in questione ha attanagliato pure Berlusconi. Giustamente l’amico prof. Franco Battaglia,in una trasmissione televisiva, rivolgendosi al conduttore, lo ha così apostrofato: "Lei crea più emozioni che informazione". Il conduttore veniva evidentemente meno al suo ruolo, per cui è profumatamente pagato.

Visto che a Fukushima, nel giorno del disastro nucleare dovuto allo tsunami, è stato lo stesso tsunami a fare 30.000 vittime, ci aspettiamo che il Contadino proponga un referendum per abolire lo tsunami. In questo caso firmerei e voterei anch’io...

Quando i cosiddetti ambientalisti, ben pasciuti dal mondo industriale ambientale, parlano del "principio di precauzione", rivelano che il loro obiettivo è quello di non far nulla.

Ci sono almeno 4 motivi per essere favorevoli all’energia nucleare per usi civili:

1) l’energia in Italia costa molto di più che nei paesi che utilizzano l’energia nucleare, e crea problemi allo sviluppo industriale. Un’azienda straniera che decida di investire in Europa, a parità di condizioni, andrà dove l’energia costa il 30% in meno;

2) l’energia nucleare consentirebbe di rientrare nei parametri di Kyoto molto più rapidamente, essendo il nucleare ad emissione zero;

3) l’Italia non si può più permettere una dipendenza energetica da paesi spesso antidemocratici, poiché ne verrebbe condizionata la propria politica estera. Superfluo ricordare che la politica estera è la carta d’identità di un Paese;

4) chi dice che la Germania dismette le sue centrali nucleari dice tre bugie: le centrali tedesche da dismettere sono ormai obsolete; la Germania continua la ricerca sul nucleare per arrivare a reattori di quarta generazione; la Germania non sopperisce al deficit di energia nucleare con le ridicole percentuali dell’eolico e del fotovoltaico, bensì con il carbone che si ritrova nelle proprie miniere.

In Italia le energie alternative vere provengono dal sistema idroelettrico. Tutti, tranne il Contadino, sanno che l’acqua di migliore qualità si trova proprio nelle dighe da cui proviene l’energia idroelettrica. In questo caso, in un futuro non tanto prossimo, avremo forse qualche conflitto nello scegliere tra l’acqua per usi idroelettrici o l’acqua per usi civili.

Ma c’è di più. Oggi l’Italia importa circa il 30% del proprio fabbisogno energetico, intendendo proprio energia e non prodotti per produrre energia.

Orbene, quando e se mai il Mezzogiorno avrà un reddito pro-capite pari a quello dei Lombardi, pare evidente che i consumi di energia aumenteranno. Se aumenterà l’uso di auto elettriche, forse avremo minore bisogno di benzina ma di certo ne avremo uno maggiore di energia. E come pensiamo di dare un futuro ai nostri giovani? Con il fotovoltaico e l’eolico?

Occorre un moderno sistema industriale, in cui la crescita e la competitività siano l’asse portante dello sviluppo e di conseguenza creino un maggiore aumento dell’occupazione.

Ci indigna l’incapacità di tutti i media, senza distinzione, di informare adeguatamente l’opinione pubblica, di modo che questa possa decidere liberamente.

Noi nuclearisti siamo in compagnia del prof. Umberto Veronesi, del prof. Angelo Ricci, del prof. Tullio Regge, del prof. Franco Battaglia, etc. Contro di noi, il Ragazzo della via Gluck e il Contadino di Montenero di Bisaccia....

Personalmente non ho dubbi sulla parte in cui stare. Il PRI e il PLI nel referendum del 1987 ottennero un modesto 13%, che comunque era di gran lunga superiore alla sommatoria delle loro percentuali elettorali.

C’è ancora un mondo liberal-democratico? Sì! E allora facciamo fallire questa perversa iniziativa: NON ANDIAMO A VOTARE.